Another summer thought
Garbarek, Garbarek, Garbarek.... Quanto l'ho amato e quanto mi piace ancora ascoltarlo. L'ho scoperto tardi, quando era già un artista maturo, ai tempi di "Twelve moon" e di "Visible world". Mi sono lasciato incantare da "Officium" e da "Mnemosyne", poi la folgorazione con "Rites" che per me è un capolavoro assoluto. Uno di quesi dischi da portare nell'isola deserta quando il mondo finirà. Da allora sono andato a ritroso nel tempo alla ricerca di altri lavori del sassofonista norvegese e sono andato in giro per l'Italia e l'Europa a intercettare i suoi concerti. Per me resta uno dei più grandi jazzisti viventi, uno dei pochissimi capaci ancora di coniugare la musica d'improvvisazione con la tradizione della sua terra e con l'emozione dei grandi spazi che è tipica proprio dei paesi del nord europa. Tra qualche giorno sarà a Berchidda (Time in jazz 2009) per un concerto che si annuncia indimenticabile. Parola d'ordine: esserci.
venerdì 7 agosto 2009
domenica 2 agosto 2009
From my window
A summer thought
La buona musica non manca a Perugia, anche se l'edizione 2009 di Umbria Jazz non verrà ricordata tra le indimenticabili. Ottimi Ahmad Jamal e Dave Douglas con la sua Brass Ecstasy; superlativi McCoy Tyner, Gary Bartz e Bill Frisell, sempre notevole Roy Haynes, indecifrabile la Mingus Dynasty. Senza offendere i fondamentalisti del jazz, è giusto spendere due parole per l'inossidabile James Taylor che ha cantato e suonato da par suo in una arena Santa Giuliana stracolma per l'occasione. Un esercito di quarantenni un po' nostalgici ha risposto all'appello del cantautore americano, autore della colonna sonora di almeno due generazioni. Taylor ha cantato e suonato bene, con la voce meravigliosa che si ritrova e con una voglia di divertire e divertirsi che non sempre artisti pur gloriosi con quarant'anni di carriera alle spalle. Ho visto omoni maturi e signore non più giovanissime versare qualche lacrima sulle note e sulle parole di indimenticabili canzoni della gioventù passata. Ne valeva la pena
La buona musica non manca a Perugia, anche se l'edizione 2009 di Umbria Jazz non verrà ricordata tra le indimenticabili. Ottimi Ahmad Jamal e Dave Douglas con la sua Brass Ecstasy; superlativi McCoy Tyner, Gary Bartz e Bill Frisell, sempre notevole Roy Haynes, indecifrabile la Mingus Dynasty. Senza offendere i fondamentalisti del jazz, è giusto spendere due parole per l'inossidabile James Taylor che ha cantato e suonato da par suo in una arena Santa Giuliana stracolma per l'occasione. Un esercito di quarantenni un po' nostalgici ha risposto all'appello del cantautore americano, autore della colonna sonora di almeno due generazioni. Taylor ha cantato e suonato bene, con la voce meravigliosa che si ritrova e con una voglia di divertire e divertirsi che non sempre artisti pur gloriosi con quarant'anni di carriera alle spalle. Ho visto omoni maturi e signore non più giovanissime versare qualche lacrima sulle note e sulle parole di indimenticabili canzoni della gioventù passata. Ne valeva la pena
domenica 12 luglio 2009
From my window
Another thought...
Qualcosa da leggere per l'estate? Niente noir, ormai non si scrive d'altro... Meglio short stories, magari cose di buoni sentimenti. Raccomando qualunque cosa di Carver (Minimum fax) e le poeise di Ceronetti. Inoltre un piccolo editore (L'ancora) ha ripubblicato in forma sintetica splendidi estratti dalle Foglie d'erba di Walt Withman. E il jazz? Certo, tutto quello che vi ho suggerito ha molte affinità con il jazz. Comunque, sempre Minimum fax ripropone un'intera collana dedicata ai grandi della musica afroamericana. A cominciare da Chet Baker, ma ci sono anche Coltrane, Monk, Armstrong e Dizzy Gillespie. Buona lettura.
Qualcosa da leggere per l'estate? Niente noir, ormai non si scrive d'altro... Meglio short stories, magari cose di buoni sentimenti. Raccomando qualunque cosa di Carver (Minimum fax) e le poeise di Ceronetti. Inoltre un piccolo editore (L'ancora) ha ripubblicato in forma sintetica splendidi estratti dalle Foglie d'erba di Walt Withman. E il jazz? Certo, tutto quello che vi ho suggerito ha molte affinità con il jazz. Comunque, sempre Minimum fax ripropone un'intera collana dedicata ai grandi della musica afroamericana. A cominciare da Chet Baker, ma ci sono anche Coltrane, Monk, Armstrong e Dizzy Gillespie. Buona lettura.
venerdì 19 giugno 2009
From my window
More thought...
Quante volte la musica vi ha salvato la vita. La buona musica, intendo. Quella che amate e tenete da parte per i momenti buoni e per quelli cattivi. Per le giornate di gioia e per le notti di malinconia. Quante volte vi ha salvato dal baratro dei vostri pensieri peggiori. Quante volte vi ha guidato fuori dal sonno. E da quel velo scuro che vi intristisce lo sguardo. Quante volte vi ha fatto ballare di gioia... Era jazz, e magari neanche ve ne siete accorti...
Quante volte la musica vi ha salvato la vita. La buona musica, intendo. Quella che amate e tenete da parte per i momenti buoni e per quelli cattivi. Per le giornate di gioia e per le notti di malinconia. Quante volte vi ha salvato dal baratro dei vostri pensieri peggiori. Quante volte vi ha guidato fuori dal sonno. E da quel velo scuro che vi intristisce lo sguardo. Quante volte vi ha fatto ballare di gioia... Era jazz, e magari neanche ve ne siete accorti...
lunedì 8 giugno 2009
from my window
A little thought
Senza peccare di presunzione e tanto meno voler apparire snob a tutti i costi, mi permetto di segnalare due uscite discografiche "a cinque stelle", entrambe per Ecm: Andy Sheppard e Arve Henriksen. Si tratta di sue cose meravigliose, di quelle che ci riconciliano con il mondo e ci fanno ringraziare di essere ancora su questa terra. Provare per credere. E sognare.
Senza peccare di presunzione e tanto meno voler apparire snob a tutti i costi, mi permetto di segnalare due uscite discografiche "a cinque stelle", entrambe per Ecm: Andy Sheppard e Arve Henriksen. Si tratta di sue cose meravigliose, di quelle che ci riconciliano con il mondo e ci fanno ringraziare di essere ancora su questa terra. Provare per credere. E sognare.
domenica 7 giugno 2009
from my window
Another thougth...
Comincia in Italia e in Europa la stagione dei festival jazz e sono subito luci e ombre. Delude la programmazione di Perugia: Umbria jazz 2009 mi sembra a dir poco sottotono, parte male ma finisce in crescendo con Ahmad Jamal, Dave Douglas, l'inedito duo Tyner-Frisell, Roy Haynes e Mingus Dynasty. Finirò per seguire anche il vecchio amore James Taylor che con il jazz non è neanche vicino di casa ma che canta sempre benissimo e ricorda l'adolescenza della mia generazione. In Sardegna, la mia terra, benissimo il Time in jazz di Berchidda: bel posto, ottime "panadas", squisito vermentino... E poi, Garbarek da solo vale l'abbonamento per tutto il festival. In generale, mi sembra che la programmazione dei festival estivi segni il passo e risenta pesantemente di una crisi di idee ancora prima che di risorse finanziarie. Troppi artisti mediocri in giro? Ne vogliamo parlare?
Comincia in Italia e in Europa la stagione dei festival jazz e sono subito luci e ombre. Delude la programmazione di Perugia: Umbria jazz 2009 mi sembra a dir poco sottotono, parte male ma finisce in crescendo con Ahmad Jamal, Dave Douglas, l'inedito duo Tyner-Frisell, Roy Haynes e Mingus Dynasty. Finirò per seguire anche il vecchio amore James Taylor che con il jazz non è neanche vicino di casa ma che canta sempre benissimo e ricorda l'adolescenza della mia generazione. In Sardegna, la mia terra, benissimo il Time in jazz di Berchidda: bel posto, ottime "panadas", squisito vermentino... E poi, Garbarek da solo vale l'abbonamento per tutto il festival. In generale, mi sembra che la programmazione dei festival estivi segni il passo e risenta pesantemente di una crisi di idee ancora prima che di risorse finanziarie. Troppi artisti mediocri in giro? Ne vogliamo parlare?
giovedì 12 marzo 2009
From my window
Another thought
New Enrico Rava's quintet "New York days" is too soft and the trumpet becomes a sight. A promise: I will hear it another time.
New Enrico Rava's quintet "New York days" is too soft and the trumpet becomes a sight. A promise: I will hear it another time.
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