giovedì 12 gennaio 2012

From my window

Un nuovo disco di Keith Jarrett merita sempre un'analisi profonda, se non altro perché l'artista è talmente autorevole da indicare sempre e sistematicamente lo stato di salute dell'improvvisazione, almeno per quanto riguarda il piano jazz. Per questo motivo l'ultimo "Rio" (Ecm, come sempre) è un disco tutto da interpretare. A cominciare dalla copertina luminosa, rosso-gialla, inusuale per la tradizionale grafica di Manfred Eicher, sempre un po' romanticamente ombrosa. L'incisione live brasiliana è diametralmente opposta al recente e voluminoso "Testament", altra prova in solitario del pianista. Tanto è solenne e crepuscolare (lugubre?) il secondo, altrettanto è solare il primo. Una novità assoluta nella parabola artistica jarrettiana. Il disco è bello, anzi bellissimo e risponde pienamente alle alte aspettative che sempre circondano Jarrett ogni volta affida la sua musica alla casa discografica tedesca. Bello e sorprendente, al punto che qualche critico ha temerariamente richiamato le vette inarrivabili del "Koln concert". Comunque, Jarrett appare in stato di grazia, lontano mille miglia dalle paure e dagli umori cupi dettati dalla sindrome di affaticamento che recentemente aveva tormentato la sua vena creativa. Sarà merito del sole brasiliano, oppure del calore della nuova compagna del musicista, resta il punto che "Rio" è un disco eccellente sotto tutti i punti di vista, godibile anche per gli appassionati meno abituati ai tormenti del pianista che - a dire tutta la verità - negli ultimi tempi avevano reso sempre più difficoltoso l'ascolto della sua musica.

Playlist della notte
1) Keith Jarrett standard trio - Live at the Blue note
2) Keith Jarrett trio - Live standards

A presto

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